Dal crocevia di tutti gli enigmi
Giorno dopo giorno le maglie della rete
che m’ingabbia in un orizzonte d’afasia
più fitte e annodate a guardia di esangui sussulti.
Ottusamente con le mie mani ho fornito
esche e legittimazione al tessitore
lasciando lo sguardo vagolare stordito
sull’epidermide degli eventi, inetto a catturare
nel marasma percorsi orchestrati in progetto.
La coltivazione di paure e l’asservimento
a trame di vita incise per universale
anonimia, l’atrofia di cinismo e foga
a sfidare labirinti, a profanare interdetti:
ora m’atterra a cenere l’inconsistenza d’esaltazione
crocifisso a un serpere rituale d’inappartenenza
le dita scheletrite arronciglianti abbagli di senso.
È deposta nell’urna la sentenza inappellabile
se ancora rilutti al gesto dell’eversione
lama pentecostale conficcata nel verminaio
a disattivare le cospirazioni dell’ovvietà
a recidere la connivenza entro artifici di predicazione.
Dal crocevia di tutti gli enigmi sopra un paesaggio
ottenebrato m’estenuo in messaggi e m’incarno
nella figura edenica dell’uomo irradiato di rivelazione
erede della forma apollinea nell’innervare le parvenze
inneggiante alle volute dell’ebbrezza nel coro di dioniso.
Siusi allo Sciliar, 7 luglio 1980