Epicedio

 

Ora che mi si stacca dalla carne

crudo al cospetto degli occhi il mio spettro

esangue annaspo in un’urna d’assenza.

 

Esaurita la linfa che nutriva

l’illusione di un carisma irradiato

nella mia notte assaporo l’assenzio.

 

Mentre via scorre il tempo del vigore

e l’eco del riflusso mi lambisce

grumo greve radicato alla terra

l’ultima vela ammaino sul deserto.

 

Arrancherò nell’ombra sui sentieri

dove s’accalcano in rissa gli ignavi

orbato di memoria e vaticinio

la magia che fulmina gli enigmi.