Il caso e la necessità
Innalziamo foreste di pietra
alla potenza dell’uomo,
nella smania della mente il destino
si flette tra le dita come giunco.
Terribile è poi l’impatto contro
l’atrocità del caso,
inesorabile la tempesta abbatte
gli idoli, irride enigmatica
il desiderio di perennità,
l’intenzione d’esistere incisa nel tempo.
Attoniti dopo l’offesa
riallacciamo ostinati la trama
della nostra sussistenza nell’essere,
l’attitudine a riannodare
dalla sorgente il cammino
è il segno dell’umano
impresso nel groviglio della storia.
Ma sono stanco di questa necessità
beffarda, l’illusione del progresso
s’ostenta nella sua inconsistenza
rimpiango giorni dissolti
quando l’armonia ancora fluttuava
in uno spazio di intatte eventualità.
Oggi salva forse uno spessore
di silenzio, muraglia d’ironia
contro la compromissione nell’opacità
del presente che azzera la vita.
1 10 1978