L’intesa dei corpi

 

Ora che torrenti di parole dilagano a valle

fuori dagli argini soverchiati e nella melma

pescano grappoli d’invettive mani di simoniaci

la salvezza occhieggia forse nell’armonia solare

di un silenzio sferico sacrificato alla vendetta dei vinti.

L’amore non irradia la vita affidato all’afasia

ma nelle piazze l’urlio delle erinni è la contraffazione

della danza che tessevano fanciulle vestali nell’agorà.

Io stringo nella provvisorietà del mio carcere il miele

del tempo quando mi rifugio con verdetto indulgente

nel sudario che sarà il mantello della mia evanescenza.

Forzato ai riti della voce che succhiella parvenze

assaporo ammutito nei concerti l’aroma dell’ovvietà

nell’ombra delle pronunzie soffro l’esilio dall’uomo:

quando l’ostinazione dell’essenza illude il desiderio

calano sentenze di condanna sull’intesa dei corpi.