Notte di San Silvestro
Assetati di conforto nella ferialità dell’esistenza
folleggiamo aggrumati dentro la festa per catturare
scintille di letizia come viatico contro l’opacità
del tempo che si annuncia.
L’evidenza non smentisce l’illusione del riscatto
nel rito della veglia confidano ilari compagni
ammutita la diffidenza dei cuori per esaltare
l’empatia dei corpi.
La festosità dell’ora impone condiscendenza al riso
affoghiamo il riflusso del disgusto nel tintinnio dei brindisi
grevi di comprensione per commensali che attingono
in simbiosi con le nostre dita
sontuose cibarie dai piatti aromatici
che eccitano voluttà di incontinenza.
Nel ballo da figure allacciate scaturiscono messaggi
i corpi sinuosi delle donne riluttano
al desiderio di conquista che esprimono
mani di danzatori.
Il freddo della notte invernale t’aggredisce all’alba
dissolve l’anestesia del vino un’impietosa certezza:
di nuovo la banalità della vita si protende
appena oltre il rifugio nell’alone corruttibile.