Vaticinio

 

Contro l’orda delle offese feroci

reclino la testa inetto alla lotta:

l’ira che emano segnata d’angoscia

fiato vano si stempera in dispregio.

 

Di fiducia incapace e di cinismo

per la malia di elusive arpie

ho ripudiato la terra del sole

ammicco al tempo che s’incenerisce.

 

Se rilutto ostinato alla chiusura

beffarda brilla in nero l’evidenza

e so il responso inciso sulla vita:

 

nudo di stigmate sulla tua carne

muti d’eco i richiami della grazia

senza l’amore il giorno è cupa notte.